Enormi nuvole di fumo e odore di bruciato.

Dal Sinis alle campagne di Simaxis, passando per Zeddiani, Riola, Baratili, Massama e Oristano.

Anche quest'anno, dopo la raccolta del riso, gli agricoltori stanno dando fuoco alle stoppie invadendo i centri abitati di fumo.

Ecco perché alza la voce la Lipu (Lega italiana protezione uccelli).

Gli ambientalisti puntano il dito contro i risicoltori invitandoli ad utilizzare tecniche agricole alternative come ad esempio sotterrare la paglia.

Secondo la sezione oristanese della Lipu la diffusione della combustione di scarti agricoli accentua il rischio che siano bruciati anche rifiuti di altra natura.

"Le conseguenze sono gravissime per chi ha problemi respiratori", dicono i portavoce Gabriele Pinna e Paolo Pinos della". Aggiungendo: "Sono altrettanto pregiudizievoli per chi svolge attività sportive all'aperto e per i ricoverati dell'ospedale di Oristano. Molte stoppie infatti vengono bruciate proprio vicino al San Martino e agli impianti sportivi di Sa Rodia".

La Lipu, nonostante l'abbruciamento non sia un reato, chiede alle amministrazioni di vietare la combustione quando le condizioni meteorologiche sono sfavorevoli, ma anche di pianificare gli abbruciamenti a livello territoriale e temporale e su limitate superfici, in modo da evitare il propagarsi di grandi quantità di fumo nei centri abitati.

I ROGHI:

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