C’è il rischio di non potersi più tuffare dal gommone, ma anche di non trovare più posto per ormeggiare a Tharros, alla Caletta di San Giovanni e all’isola di Maldiventre: le tre mete più ambite da chi ama godersi il mare dalla barca.

Mare agitato all’interno nell’Area marina protetta del Sinis. Il nuovo disciplinare del Parco marino approvato dal Ministero dell’Ambiente per la stagione 2025 non prevede più la presenza di tutte quelle boe di posizionamento installate da alcuni anni dal Comune per regolare il traffico in mare.

Il Ministero ha messo il Comune davanti ad una scelta: “O eliminiamo il settanta per cento delle boe, visto che ci chiedono di distanziarle di almeno cento metri l'una dall'altra  - spiega il sindaco di Cabras Andrea Abis - oppure di trasformare le aree in campi ormeggio, dove però bisogna rispettare tantissime regole tra cui il divieto di balneazione. In entrambi i casi sarebbe un danno non indifferente per il turismo balneare”.

Una doccia fredda arrivata martedì sera negli uffici di corso Italia: “Prendiamo atto di questa loro direzione con dispiacere e rammarico - dice Abis -  Allo stesso tempo però, con i legali del Comune, cercheremo di capire a stretto giro, visto che siamo a giugno, come poter affrontare questa situazione. Chiederemo aiuto e collaborazione alla Capitaneria di porto".

Abis mette già le mani avanti: "Cosa succederà in mare quando arriveranno tutte quelle barche che da sempre raggiungono la Caletta e Tharros o ancora Maldiventre e non troveranno le boe? Il nostro sistema, che oltretutto ha comportato una spesa enorme, ci dava una mano per regolare il traffico in mare, per mettere ordine, per evitare  pericoli e per proteggere il fondale”. Sì invece a tutte le altre attività: pesca sportiva e ricreativa, il trasporto dei passeggeri sopra i gommoni, gli eventi sportivi e le attività di ricerche scientifiche e riprese fotografiche. 

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