Uno studente cinese, ospite di una famiglia di Oristano, grazie al progetto Intercultura, è rimasto vittima di alcuni bulli a causa della psicosi del coronavirus.

Complici la stupidità e l’alcol, consumato oltre ogni limite, durante i festeggiamenti del carnevale.

Un episodio avvenuto domenica scorsa davanti al tribunale. Dopo aver notato il ragazzo cinese, i balordi l’hanno spinto, colpito con una bottiglia di plastica e lo hanno insultato con parole offensive invitandolo ad andare via perché avrebbe contagiati tutti con il coronavirus.

“Cinese pezzo di me***! Vattene che ci contagi tutti! Sei venuto per portarci il coronavirus", gli hanno detto.

Il ragazzo, colpito profondamente da quelle parole, è rientrato a casa e ha raccontato quanto accaduto alla famiglia che lo ospita da sei mesi.

L’incresciosa storia è stata volutamente pubblicata su Facebook da Intercultura, con questo post: “Mandagli un saluto, dagli un 5, una frase gentile e di incoraggiamento, qualsiasi gesto serva ad abbattere il muro che si sta costruendo tra noi e loro. Juncheng lo apprezzerà molto, come anche noi di Intercultura”.

Il post è diventando “virale”, ed in poche ore, ha raggiunto i 100mila accessi. In migliaia hanno espresso la solidarietà allo studente condannando l’azione dei bulli.

In migliaia hanno espresso la solidarietà allo studente condannando l’azione dei bulli. “Credo che sia questa la notizia più importante di tutta la storia – spiega Cesello Putzu, presidente di Intercultura Oristano – i commenti giunti da mezzo mondo hanno centrato il nostro obiettivo ed in tantissimi si sono schierati con lo studente cinese”. Juncheng da sei mesi è ospite della famiglia di Mauro Secci, di Oristano, grazie al progetto che garantisce a tanti studenti di tutto il mondo di studiare all’estero.
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