É stato il racconto di un inferno quello fatto da una cinquantacinquenne di Cabras in Tribunale. La donna, assistita dall'avvocata Cristina Puddu, ha ricostruito tutte le offese, le minacce col fucile e le botte subite dall'ex marito in 17 anni.

L'ex compagno, 59 anni di Cabras, è accusato di maltrattamenti. Sposati dal 1984, dopo un iniziale periodo di tranquillità erano iniziati gli atteggiamenti violenti ed eccessivamente possessivi dell'uomo.

Poi, dal 2000 e fino a due anni fa, c'è stato un crescendo di maltrattamenti fisici, psicologici e persino volenze economiche. La cinquantacinquenne, davanti al giudice Marco Mascia e al pubblico ministero Giuseppe Scarpa, ha ricordato quei momenti drammatici tra insulti, minacce pesanti e persino mortificazioni di natura sessuale.

E poi le percosse che lei, proveniente da una famiglia all'antica, aveva sempre tenuto per sé e non aveva mai avuto il coraggio di denunciare. L'ex marito, assistito dall'avvocato Rinaldo Saiu, era autoritario, le permetteva di uscire soltanto per andare al lavoro poi doveva stare a casa e occuparsi dei figli. La donna ha riferito che era arrivato persino ad impedirle di andare al funerale della sorella, che qualche tempo fa è morta fuori dalla Sardegna.

Non solo: l'ex marito avrebbe preteso di gestire i soldi che la donna guadagnava col suo lavoro. In Aula l'uomo si è difeso sostenendo che quanto dichiarato dalla ex moglie non fosse vero, anzi sarebbe stata lei la spendacciona.

Il processo è stato aggiornato al 22 giugno.
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