Dopo le offese e gli auguri di morte, adesso c’è persino chi mette in dubbio l’onestà di Paolo Palumbo, ipotizzando che la raccolta fondi sia solo un modo per intascare soldi.

Ma il ventunenne oristanese malato di Sla non ci sta ed è pronto a dare tutti soldi raccolti finora alla Regione che "potrà gestirli e occuparsi dei pagamenti necessari per la terapia".

È il fratello Rosario a raccontare con un post su Facebook di aver ricevuto nei giorni scorsi una mail anonima con cui "ci hanno messo in guardia da una persona che da qualche tempo sta cercando di mettere in dubbio l’onestà di Paolo – spiega il fratello maggiore – Tutto ciò non fa che incoraggiarci ad essere il più trasparenti possibile sia per rassicurare chi ci ha sostenuto sia per tutelarci dalle malelingue".

Ed ecco l’idea di rivolgersi alla Regione come sorta di garante.

Palumbo ha già inviato una mail al presidente Christian Solinas, all’assessore alla Sanità Mario Nieddu e al presidente del Consiglio regionale Michele Pais, proponendo che sia la Regione a gestire il denaro raccolto finora (circa 200mila euro) per l’acquisto del protocollo sperimentale Brainstorm.

"La Regione contribuirà alle spese della terapia in base alla legge sui ricoveri extra nazione – sostiene Rosario – non appena verremo a conoscenza dell’entità del contributo, modificheremo al ribasso la richiesta effettuata sul sito http://gofundme.com/aiutiamo-paolo".

L’obiettivo di Paolo e della sua famiglia è "rassicurare i tantissimi donatori che i loro soldi sono in ottime mani – va avanti il giovane chef - Le polemiche sulla trasparenza mi hanno stancato. Io devo risparmiare le forze per combattere contro la mia atroce malattia".

E intanto la solidarietà arriva anche dall’estero. Addirittura da Israele dove si parla già della storia del ventunenne oristanese e c’è persino chi gli ha offerto ospitalità e alloggio a Gerusalemme.
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