Sfilata di testimoni al processo per favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale alla comunità Il Samaritano di Arborea.

Sul banco degli imputati il fondatore della comunità don Giovanni Usai, difeso dagli avvocati Anna Maria Uras e Franco Luigi Satta, e il nigeriano Alphonsus Eze, difeso da Carlo Figus (la vittima dei presunti abusi è parte civile con l’avvocatessa Francesca Ferrai).

I difensori di don Usai hanno sentito volontari e persone che per anni hanno lavorato in comunità. Tutti hanno sottolineato di "non aver mai avuto alcun sentore né informazioni su eventuali giri di prostituzione in comunità".

Poi il direttore della comunità Sebastiano Masala, sollecitato dalla difesa, si è soffermato sulla figura di Loveth Ongerovu, una delle principali accusatrici di don Usai. "Nonostante le assenze al lavoro, don Giovanni la volle assumere a tempo indeterminato. Ci sembrava strano, ma non ha mai chiarito il motivo di questa scelta".

Solo dopo le dichiarazioni spontanee rese dal sacerdote nell’udienza di qualche mese fa è emerso che Loveth lo avrebbe ricattato. "Loveth qualche tempo dopo era stata licenziata da don Usai".

Il pm Marco De Crescenzo ha ricordato una lettera con cui nel 2006 Masala segnalava alcuni problemi a don Usai. Dallo scritto emerge che la comunità era "un porto di mare, che spesso alcune ragazze non rispettavano le regole e accoglievano persone esterne nelle proprie camere nonostante fosse vietato dal regolamento".

Prossima udienza il 6 giugno..
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