Oristano ha salutato con grande commozione Antonio Manis, il decano dei ceramisti, spentosi all’età di 94 anni. Le sue mani hanno lavorato l’argilla per quasi un secolo, raccontando storie attraverso forme e colori, tracciando un ponte tra passato e futuro.

Affettuoso il ricordo di insegnanti e studenti dell’Istituto superiore De Castro-Contini dove l’artista era approdato in qualità di docente di laboratorio ceramico nel 1961 e dove ancora insegna il figlio Aenaldo.

«La sua opera e la sua dedizione all’insegnamento hanno lasciato una profonda impronta, formando generazioni di studenti e garantendo la continuità della ceramica oristanese nel panorama artistico e culturale sardo e italiano», osserva il preside, Pino Tilocca. 

Anche la Confartigianato ha reso omaggio all’ultimo dei figoli che all’età di nove anni aveva iniziato l’apprendistato nella bottega di Giuseppe Pinna.

«Il Maestro Manis, in una recente intervista, ha affermato di non definirsi un grande ceramista, ma chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di vedere il suo lavoro sa che la sua arte ha lasciato un segno indelebile - afferma segretario provinciale, Marco Franceschi -. E forse la sua più grande eredità è proprio questa: l’amore per la ceramica che ha saputo trasmettere e che continuerà a vivere nelle mani di chi, grazie a lui, ha imparato a modellare l’argilla con passione e rispetto».

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