La tradizione non si tocca, i regolamenti sì e quello della Sartiglia porterà con sé nel 2026 una grossa novità. Per la prima volta, le selezioni di gennaio non serviranno solo a sfoltire le pariglie oltre le 40 ammesse, ma diventeranno un vero test di valore: ogni cavaliere dovrà raggiungere almeno la sufficienza per meritarsi la pista di via Mazzini. Una rivoluzione, insomma, che arriva dopo anni di discussioni e qualche mugugno del pubblico, spesso rimasto con l’amaro in bocca per edizioni giudicate un po’ piatte.

Nellì'ultima assemblea dell'Associazione Cavalieri erano tre le opzioni sul tavolo: mantenere il vecchio sistema, introdurre un passaggio unico “secco” per la sufficienza, oppure adottare la formula della doppia chance. Ha vinto quest’ultima, e con una maggioranza schiacciante. Una scelta che punta a premiare chi arriva preparato, ma concede comunque un secondo tentativo a chi, al primo giro, non centra il punteggio minimo.

Il meccanismo è semplice ma rigido: il primo passaggio resta determinante, perché chi fa subito la sufficienza non potrà essere superato da chi recupera nel secondo. E se tutti risultassero idonei? Poco cambia: le due pariglie (gli iscritti alla prossima edizione sono 126) con il punteggio più basso resterebbero comunque fuori. Al contrario, chi non raggiunge la sufficienza neppure al secondo tentativo saluta la corsa.

L’obiettivo è chiaro: alzare il livello e garantire uno spettacolo all’altezza delle tribune, dove il pubblico paga e pretende emozioni vere. La Sartiglia resta fedele alla sua anima, ma chiede ai suoi protagonisti di essere all’altezza della magia che il rito impone. 

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