«Tra gli effetti del dimensionamento scolastico c’è anche il progressivo smantellamento degli orari collegiali, nati come strumento di partecipazione e gestione democratica della scuola».

Ne è convinto Pino Ciulu, sindacalista della Gilda degli insegnanti, che evidenzia come la convocazione del collegio docenti dell’Istituto comprensivo 1-2 (nato dal recente accorpamento di due autonomie) sia l’esempio emblematico del problema. «La riunione si è dovuta tenere nell’auditorium dello Scientifico di via Messina perché nelle rispettive scuole non c’era spazio sufficiente per un’assemblea di insegnanti tanto pletorica - osserva - Ma il problema non è tanto quello degli spazi, quanto il funzionamento stesso dell’organo collegiale».

Secondo Ciulu tale “affollamento” renderebbe difficile la reale funzione dell’assemblea, ossia discutere e deliberare questioni importanti in materia di pedagogia e didattica. «Nella logica della scuola-azienda teorizzata e normata da un po' di tempo a questa parte - aggiunge -  l’organo collegiale non può che essere ridotto sempre più a mero ratificatore delle decisioni assunte dal dirigente scolastico». Come nel caso dell’assegnazione degli insegnanti alle classi che «per legge e per giurisprudenza deve essere effettuata dal preside osservando i criteri stabiliti dal Consiglio d’Istituto e dal collegio docenti sulla base di valutazioni di ordine pedagogico e didattico - puntualizza il sindacalista che contesta la logica della scuola-azienda - Questo già oggi avviene sempre più raramente e a decidere è invece troppo spesso il dirigente scolastico d'autorità».

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