Nonostante le politiche di Trump che pare deciso, almeno a parole, a puntare ancora su petrolio e carbone per “movimentare” la gigantesca macchina industriale USA, le energie rinnovabili stanno facendo progressi un po’ in tutto il mondo industrializzato. Fa però ancora più piacere scoprire che in questo campo l’Italia non è al palo come in tanti altri settori. Per esempio, a livello nazionale, alla fine del 2015 la percentuale coperta dalle energie rinnovabili sul totale dei consumi corrisponde al 17,5%, mezzo punto percentuale in più rispetto al target fissato però per il 2020! Insomma obiettivo raggiunto per il nostro Paese con un quinquennio di anticipo. Inoltre l’avanzata è stata costante nel corso degli anni. Nel 2004 la percentuale delle energie rinnovabili sul totale raggiungeva il 6,3% e già nel 2012 era balzata al 15,4%.

Altra notizia positiva è venuta però in questi giorni attraverso l’ultimo rapporto dell’associazione no-profit ambientalista Cdp, rapporto dedicato espressamente all’analisi delle città del mondo che maggiormente fanno uso di fonti rinnovabili per produrre l’energia necessaria al loro fabbisogno. L’associazione ha analizzato i dati di 570 centri urbani sparsi in tutto il nostro Pianeta ed è emerso che anche da questo punto di vista sono in netto miglioramento a livello globale. Nel 2015, infatti, erano solo 42 le città che traevano almeno il 70% della loro energia da solare, eolico, idroelettrico e altre fonti “green”. Oggi sono già diventate più di cento e tra queste 40 centri urbani sono totalmente alimentati da energia verde. Qui la sorpresa perché prima di tutto la tanto vituperata Italia è l’unica nazione dell’Unione Europea a poter annoverare ben due città 100% green dal punto di vista energetico. Battute quindi le nazioni dell’Europa settentrionale, spesso citate a esempio per la loro attenzione ai temi ambientali. E queste due città sono Bolzano e la nostra Oristano. Il centro altoatesino ottiene il suo risultato grazie alla grande presenza di centrali idroelettriche, frutto della ricchezza d’acqua del suo territorio. Oristano invece raggiunge il risultato per merito di un mix all’avanguardia di idroelettrico e solare.

Cosa ci raccontano notizie come questa? Prima di tutto che è possibile anche nel nostro Paese e non solo nella ricca Italia del nord mettere in atto politiche serie e concrete per non dipendere unicamente dal petrolio e dal carbone. Seconda cosa che per ottenere determinati risultati ci vuole programmazione – Oristano punta sulle rinnovabili oramai da anni –, e bisogna avere il coraggio di rischiare puntando sull’innovazione. E si deve sfruttare quello che si ha a disposizione, come il sole che in Italia non manca a differenza di tante altre cose oppure il vento, tipico della Sardegna. Ultima cosa bisogna sapere rilanciare: Bolzano vuole raggiungere una generale riduzione delle proprie emissioni del 23% entro il 2020. Come risponderà Oristano? La sfida è solo agli inizi.
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