Con le bottiglie e i bidoni si sono presentati ai punti di approvvigionamento.

Oggi, dopo undici giorni di acqua non potabile, a Oristano sono arrivate le autobotti della Protezione civile.

Da Torangius al Sacro Cuore, da Massama a Nuraxinieddu tanti oristanesi sono andati a fare un po' di rifornimento.

E domani saranno di nuovo a Massama per rifornire il carcere.

L'emergenza è scattata venerdì 4 marzo con l'ordinanza di divieto del sindaco Guido Tendas, dopo le analisi della Asl 5 secondo cui l'acqua delle sorgenti di Santu Lussurgiu (che alimentano l'acquedotto di Oristano) non era conforme ai parametri previsti.

Abbanoa aveva assicurato punti di approvvigionamento, ma le autobotti dell'ente gestore erano fuori uso e così il sindaco sabato ha allertato la Protezione civile e i cittadini hanno potuto fare rifornimento. Ma in tanti continuano ad andare avanti con l'acqua in bottiglia acquistata nei supermercati.

Prosegue intanto il monitoraggio, a breve dovrebbero arrivare gli esiti delle ultime analisi.
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