Ippocrate, si arriva dal giudice. L'inchiesta sulla sanità oristanese è ormai a un passaggio decisivo: il 3 marzo è stata fissata l'udienza preliminare per decidere sulle richieste di rinvio a giudizio che la Procura ha presentato per i quindici indagati.

Si tratta di Antonio Succu, sindaco di Macomer ed ex primario di Ginecologia al San Martino (assistito da Guido Manca Bitti e Roberto Olla); l'ex manager della Assl di Oristano Mariano Meloni (difeso da Vittorio Campus); l'ex commissario Assl Maria Giovanna Porcu (assistita da Guido Manca Bitti e Carlo Figus); Augusto Cherchi, ex consigliere regionale Pds (difeso da Pierluigi ed Enrico Meloni); Gianni Piras, ex responsabile delle professioni sanitarie (difeso da Luigi Satta e Aldo Luchi); Salvatore Manai, ex capo degli infermieri del blocco operatorio (difeso da Antonello Spada); Angelo Piras, ex responsabile personale (assistito da Basilio Brodu e Lorenzo Palermo); Gianfranco Congiu, ex capogruppo del Partito dei sardi in Consiglio regionale (tutelato da Pasquale Ramazzotti); Agnese Gavina Canalis, responsabile dell'agenzia interinale E-work (difesa da Liliana Pintus e Massimiliano Ravenna); Nicola Contarini, responsabile dell'agenzia di lavoro interinale Tempor (assistito da Francesco Marongiu); Nicola Bassetti (difeso da Gianfranco Siuni); Angelica Faedda (assistita da Robert Sanna); Andrea Dore (difeso da Maurizio Serra); Giovanni e Daniela Sanna (assistiti da Maria Dina Mereu e Maria Stefania Arfeli).

L'inchiesta sulla presunta gestione clientelare delle assunzioni alla Assl e sui concorsi pilotati ha travolto nell'ottobre 2019 la sanità oristanese. L'ipotesi dei pubblici ministeri Armando Mammone e Marco De Crescenzo è che primari e dirigenti aziendali avessero messo in piedi un sistema per assicurare il posto di lavoro a chi avrebbe garantito un tornaconto elettorale al Partito dei sardi (con la propria candidatura oppure promettendo un sicuro pacchetto di voti).
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