Condanna a un anno e tre mesi su alcuni capi di imputazione, prescrizione per alcuni e infine assoluzione per gli altri.

Si è chiuso oggi con questa sentenza del Tribunale oristanese il processo che ha chiamato in aula Giuseppe Serpi, proprietario di un'azienda agricola nella borgata oristanese di San Quirico: l'allevatore è stato riconosciuto responsabile di indebita percezione e non di truffa, come invece sostenuto dal pm Andrea Chelo.

La Procura oristanese lo aveva, infatti, accusato di aver ottenuto in modo illecito contributi pubblici per circa 70mila euro dal 2006 al 2013.

Nelle domande presentate all'Argea, sempre secondo il pm, Serpi aveva dichiarato di avere in affitto 34 terreni per ottenere il reddito a sostegno degli agricoltori e i contributi relativi al Programma di sviluppo rurale.

Secondo i controlli, però, nelle richieste l'imputato aveva citato terreni non suoi. Per questo motivo il pm aveva chiesto due anni e mezzo di condanna.

L'avvocato difensore Massimiliano Carta ha sollecitato, invece, l'assoluzione, spiegando che non si era trattato di truffa ma di indebita percezione.
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