Oltre 1 milione e 600mila euro indebitamente percepiti da 92 pescatori facenti capo a tre Cooperative che dichiaravano, contrariamente alla realtà dei fatti, di essere impegnate in attività di pesca in aree soggette a sgombero a causa di esercitazioni militari.

È quanto scoperto dai militari della Guardia di Finanza, Sezione Operativa Navale di Oristano, nell’ambito dell’indagine "Promontory’s Funds", finalizzata alla verifica delle procedure propedeutiche al rilascio di “indennizzi agli operatori economici per lo sgombero di specchi d'acqua” interessati dalle esercitazioni militari.

Il Protocollo d’Intesa integrativo del 2016, siglato tra il Ministero della Difesa e la Regione Sardegna, ha inserito il Poligono di Capo Frasca tra le strutture militari che danno diritto alle indennità, aggiungendo nell’elenco delle marinerie beneficiarie dell’indennizzo anche quelle iscritte al Compartimento Marittimo di Oristano, ad eccezione di quelle registrate al Circondario Marittimo di Bosa e di quelle operanti nelle acque interne non aventi sbocco a mare.

LE INDAGINI – Gli accertamenti dei finanzieri concentrati nel periodo 2015 – 2019, hanno avuto come obiettivo la verifica della corretta corrispondenza tra quanto stabilito dal bando di assegnazione rispetto alle reali attività delle società destinatarie degli indennizzi, in riferimento all’area di mare interessata dal poligono di Capo Frasca.

Dall’analisi dei documenti, che attestavano la tracciabilità del pescato fino alla consegna ai venditori al dettaglio, è stata riscontrata la presenza di specie ittiche presenti prevalentemente in laguna e nello stagno e non anche in mare aperto. Da ciò, si è arrivati alla conclusione che le attività di alcuni mezzi navali da pesca, beneficiari degli indennizzi, non erano in realtà state svolte nell’area interessata dalle esercitazioni militari.

I finanzieri al lavoro (foto Guardia di Finanza)
I finanzieri al lavoro (foto Guardia di Finanza)
I finanzieri al lavoro (foto Guardia di Finanza)

Dalle fatture controllate è emersa anche un’esigua quantità di pescato, sensibilmente inferiore a quello previsto dalla normativa.

Molte barche avevano inoltre come mezzo di propulsione unicamente i remi e la posizione degli ormeggi di due società aveva, ed ha tutt’ora, come sbocco a mare unicamente un canale, attraverso il quale risulta ardua se non impossibile la navigazione per arrivare fino al mare aperto e dunque fino alla zona di mare interessata dalle esercitazioni militari.

Le indagini si sono concluse con la segnalazione all’autorità giudiziaria di 92 persone per “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (reato punito con la reclusione da 1 a 6 anni). A carico dei 92 segnalati anche la falsa dichiarazione mediante la presentazione di documenti non veritieri e la “indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato”, reato punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

(Unioneonline/v.l.)

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