Anche in Sardegna esiste un mercato nero che commercializza gli oggetti sacri rubati nelle chiese dell'Isola.

Lo ha confermato l'indagine dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cagliari, al comando del luogotenente Orlando Cara, che hanno recuperato nel negozio di un antiquario di Cagliari i 39 oggetti sacri rubati dalla chiesa del Centro 2 di Sassu, ad Arborea. Il furto era stato messo a segno il 18 marzo scorso.

I carabinieri sono riusciti ad individuare gli oggetti sacri due giorni dopo il furto, grazie alla collaborazione dei carabinieri della stazione di Arborea e soprattutto alle fotografie degli oggetti rubati messe a disposizione dal parroco don Silvio Foddis.

La conferenza stampa (foto Elia Sanna)
La conferenza stampa (foto Elia Sanna)
La conferenza stampa (foto Elia Sanna)

Il piccolo tesoro era composto da 39 pezzi, risalenti al ventennio e che comprende statue, dei candelabri, un crocifisso, e diversi pezzi di marmo dell'altare.

I risultati dell'indagine, ancora in corso, sono stati illustrati ad Arborea in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte stamane l'arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna, il comandante provinciale dei carabinieri Domenico Cristaldi, il procuratore della Repubblica di Oristano Ezio Domenico Basso e il sindaco di Arborea Manuela Pintus.

Come ha spiegato il procuratore Basso, attualmente esiste solo un indagato, colui che ha venduto gli oggetti rubati all'antiquario di Cagliari e che è in capo alla procura cagliaritana. Sul furto il fascicolo è ancora aperto. Purtroppo alcuni oggetti hanno riportato dei danni durante il furto.

Il parroco ha confermato che verranno riportati nella chiesetta di Sassu in occasione della festa dell'Immacolata.

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