Qualcuno ha occupato il molo abusivamente, poi sono arrivate le offese e le minacce. E ora è scattata anche la denuncia.

Il 19 settembre, nello scalo di alaggio presente a Mare Morto, nella borgata di San Giovanni di Sinis, è andato in scena un episodio poco carino che racconta l'Adina, l'associazione che gestisce l'area.

"Alcuni testimoni riferiscono che un folto gruppo di persone, sconosciute e non appartenenti all'Adina di Cabras - precisa il presidente dell'associazione Ivo Zoccheddu -, è sbarcato da alcuni natanti sui moli a mare. Nel frattempo un fuoristrada è stato parcheggiato di fronte allo scalo di alaggio, impedendone l'utilizzo ai soci".

Situazione che si è protratta per quaranta minuti, sino a quando due dirigenti dell'Adina si sono avvicinati allo scalo per chiedere cortesemente che venisse liberato il passaggio: "Come riferiscono i testimoni - va avanti Zoccheddu - a tali dirigenti non è stato nemmeno concesso di esprimersi, considerato che sono stati immediatamente offesi con frasi irripetibili e minacciati da una persona che gridava di poter fare quello che voleva perché in possesso dell'autorizzazione dell'Area Marina Protetta del Sinis. Per evitare che si ripetano situazioni di questo tipo chiediamo l'intervento preventivo delle istituzioni, che potrebbe essere esercitato anche attraverso un'adeguata attività informativa. Invitiamo a informare le persone, le società, le associazioni che collaborano con l'Area Marina che gli scali di alaggio di Mare Morto e di Portu Suedda sono di proprietà dell'Adina e che il loro utilizzo può essere concesso solo dai titolari della concessione".
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