Mogoro, il Consiglio dice no al progetto agri voltaico
La delibera è stata adottata all’unanimitàPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Esattamente come dodici mesi fa, anche questa volta la delibera adottata all’unanimità dal Consiglio comunale parla chiaro e non ammette dubbi: «Parere contrario e ferma opposizione al progetto agrivoltaico in località Perdiana proposto dalla società SKI 40 srl, denominato Mogoro Agrisolare, con un’occupazione di circa 90 ettari».
L’assemblea civica, convocata d’urgenza su richiesta della minoranza, ha deciso ancora di opporsi con tutti gli strumenti consentiti all’installazione indiscriminata di campi di impianti agrivoltaici, colici e fotovoltaici sull’intero territorio di Mogoro, nella piena consapevolezza che la crescente e insistente richiesta di installazioni a terra comporta e provoca lo snaturamento completo della vocazione storica e tradizionale del territorio.
È stato un Consiglio molto intenso e partecipato, ricco di interventi importanti. Per la Giunta sono intervenuti il sindaco Donato Cau e il vice sindaco Federico Piras, mentre per l’opposizione hanno portato i loro contributi Gianni Pia e Mauro Ghiani.
«Questa volta – afferma il sindaco Cau – la delibera è ancora più robusta e completa, con riferimenti di legge più incisivi».
Nel documento deliberativo, che sarà inviato al ministero e a tutti gli enti competenti, si evidenzia come «il progetto industriale della società SKI 40 S.r.l. sia previsto in un’area agricola vincolata, oggetto di un recente pronunciamento che ha confermato la legittimità del diniego all’autorizzazione. La decisione si basa su un principio fondamentale: la tutela dell’ambiente e del paesaggio, sancita dagli articoli 9 e 41 della Costituzione. Nel dettaglio, l’iniziativa è ritenuta priva di benefici per la comunità locale e in netto contrasto con gli strumenti urbanistici e paesaggistici regionali».
Inoltre, secondo il deliberato, «il sito scelto, a forte vocazione agricola e paesaggistica, risulta inadeguato a ospitare un impianto industriale, in quanto l’intervento comprometterebbe irrimediabilmente l’identità del territorio, minacciando la coesione sociale e l’equilibrio ambientale».
La dottrina e la giurisprudenza richiamate sottolineano come l’iniziativa economica, per essere legittima, debba rispettare il limite dell’utilità sociale.
Nel caso di Ski 40, invece, emerge ancora un modello speculativo, privo di ricadute positive per la collettività.
In quest’ottica, si invoca una valutazione di costituzionalità sostanziale, anche in sede amministrativa, per respingere definitivamente un progetto ritenuto lesivo dei principi fondamentali dello Stato democratico.