Trent’anni è la richiesta di condanna da parte dei pm Armando Mammone e Andrea Chelo per Antonino Demelas, l’ex cuoco di Mogorella accusato di abusi sessuali su una bambina che all’epoca non aveva nemmeno dieci anni.

ll 72enne attenderà la sentenza nel carcere di Uta, dove sta scontando una  condanna per rapina. Sempre aperta anche l’inchiesta per l’omicidio della compagna Marina Castangia, la parrucchiera di Cabras svanita nel nulla a maggio di tre anni fa.

L’udienza si è aperta con gli ultimi tre testimoni della difesa che nulla hanno aggiunto al quadro emerso finora: il figlio di Demelas ha detto di non avere contatti con il padre da tempo; la sorella si è avvalsa della facoltà di non rispondere mentre un amico che era stato ospite a casa dell’ex cuoco lo ha definito «una brava persona». Parere che contrasta con forza con gli elementi emersi durante l’indagine dei carabinieri di Oristano, «prove schiaccianti - è stato ripetuto dai pm e dall’avvocato di parte civile Davide Piasotti – che tolgono ogni dubbio sull’accaduto». C’è la conferma del test del Dna sulle tracce biologiche trovate nei luoghi in cui in base alle intercettazioni ambientali il 72enne si appartava con la bambina. E poi il racconto della vittima e una perizia ginecologica inequivocabile.

I pm hanno chiesto il massimo della pena  per un simile reato (con tutta una serie di aggravanti). Il pm Mammone si è soffermato anche sui traumi e sul danno enorme che la bambina si porterà dietro per il resto della vita; la parte civile si è associata alle richieste dell’accusa mentre la difesa con l’avvocato Libero Pusceddu ha tentato un’estrema carta chiedendo una perizia per provare l’incapacità di Demelas ad avere rapporti sessuali.

Il collegio (presidente Serena Corrias, a latere Cristiana Argiolas e Gabriele Bordiga) ha respinto l’istanza. La sentenza è prevista il 30 settembre.

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