A Pau non c'è famiglia che non ne abbia un frammento. La pietra "crobina", perché rievoca il colore dei corvi, è il segno del paesaggio. Come se un pezzo del Monte Arci risiedesse in ogni casa.

L'ossidiana per identità. Tanti musei, magari personalizzati, creati quando la raccolta era libera - ora non più - e sulle schegge si inciampava ad ogni passo. Poi c'è il museo ufficiale, quello che i visitatori trovano con una certa fatica: mica facile arrivare a Pau, trecento anime, se si vuol seguire una segnaletica stradale alquanto approssimativa.

Il posto, comunque, vale lo sforzo. Non è solo questione di pietra, anzi di vetro, ma di viaggio, suggestione, con qualche enigma. Non a caso sulla montagna si scava da tempo e si scaverà ancora. L'oro nero è un ribollente torrente sotterraneo, le falde e la pianura sono depositi a cielo aperto e hanno ancora molto da dire.

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