Le impronte, la videosorveglianza: così è stato incastrato il minorenne che ha incendiato la scuola a Oristano
Il giovane era stato fermato poco prima da una Volante per un controllo di routine. Il preside: «Lo conosciamo, era un ragazzo difficile, fatto di tutto per aiutarlo ma se non c’è la sua volontà...»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un’inchiesta lampo della Questura di Oristano ha consentito di individuare il responsabile dell’incendio di Ferragosto all’ex istituto Mossa.
L’incendio era divampato nel primo pomeriggio di Ferragosto, in una città deserta. Devastato un intero piano, i vigili del fuoco avevano accertato da subito l’origine dolosa del rogo e immediatamente erano state avviate le indagini da parte della Squadra mobile, guidata dal vice questore aggiunto Samuele Cabizzosu.
Gli uomini delle Scientifica avevano effettuato accurati sopralluoghi e nelle vicinanze della stampante avevano rilevato diverse impronte, così come era stata notata subito quella sul portone di ingresso: il segno di una sneaker che poi è combaciata perfettamente con le scarpe dell’ex studente. Decisiva inoltre l’analisi delle immagini della videosorveglianza comunale, in collaborazione con la Polizia locale. Proprio i filmati hanno consentito di ricostruire i movimenti del minorenne che poco prima del rogo era stato fermato da una Volante in piazzetta Corrias. Un controllo di routine che, forse nella mente del ragazzo, poteva essere un alibi perfetto. Peccato però che le numerose telecamere del centro hanno immortalato la sequenza di quei momenti: da quando il ragazzo con un monopattino si era spostato dal centro alla piazza del Tribunale, dove aveva lasciato il mezzo. Poi dritto all’ingresso della scuola, passando dal cancello lasciato aperto. Il resto è stato ricostruito con precisione dagli investigatori: il fuoco appiccato alla stampante, poi la fuga. Non solo: il ragazzo, sempre da solo, era pure tornato indietro a controllare le fiamme prima che arrivassero le squadre dei vigili del fuoco. Le indagini intanto proseguono.
La svolta nelle indagini è rimbalzata anche nell’istituto. «Conosciamo il ragazzo, in passato non sono mancati i problemi a scuola e noi abbiamo fatto di tutto per aiutarlo con attività di recupero ma se non c’è la volontà di cambiare, diventa impossibile – commenta con amarezza il preside Bruno Sanna – È stato un gesto gravissimo contro la scuola, confermo che ci costituiremo parte civile e chiederemo i danni».