"Sono pronta a una denuncia alla Procura della Repubblica per procurato allarme".

È molto arrabbiato il sindaco di Laconi, Paola Zaccheddu, per la fake-news fatta girare nella tarda serata di ieri su WhastApp che collegava Laconi alla vicenda della casa di riposo di Sanluri, dove sono stati riscontrati casi di positività al Coronavirus.

Il primo cittadino ha spiegato: "Ieri, in tarda serata, è circolato attraverso WhatsApp un messaggio proveniente da una fantomatica fonte che sarebbe stata informata dal sindaco di Sanluri della presenza di ospiti o dipendenti di Laconi all'interno della casa di riposo Divina Provvidenza, in cui sono stati trovati tre casi positivi al Covid 19. Il messaggio che inizialmente è stato fatto circolare riportava un elenco di comuni di provenienza degli ospiti e dei dipendenti della casa di riposo, in cui Laconi non era presente. Il messaggio è stato poi modificato con l'inserimento del nostro Comune, forse da qualche buffone o cialtrone che non ha ben chiara la situazione di emergenza in cui ci troviamo, la delicatezza del momento e l'importanza di garantire un'informazione chiara ed efficace".

Per il sindaco e i suoi assessori sono state ore di puro delirio: "Abbiamo ricevuto numerose chiamate e messaggi dai tanti cittadini preoccupati sulla questione e siamo obbligati a chiarire la situazione, anche se vi assicuriamo di avere ben altre incombenze più importanti che stare dietro alla idiozia di alcune persone. Mi sono subito messa in contatto con il sindaco di Sanluri, che ha smentito categoricamente di aver fatto circolare il messaggio citando Laconi e soprattutto ha ribadito che non sono presenti assolutamente né ospiti, né dipendenti di Laconi nella casa di riposo sanlurese".

Il primo cittadino ha sbottato: "È nostro dovere condannare pesantemente un utilizzo così becero di WhatsApp o dei social network, che scatena non solo un panico ingiustificato e intralcia l'operato di chi è in trincea a gestire la situazione. Ma, soprattutto, alimenta la cosiddetta gogna social mettendo in pericolo le persone e le loro famiglie. Ricordo che divulgare notizie infamanti è un reato. Vaglieremo l'opportunità di fare denuncia alla procura della repubblica per diffamazione e procurato allarme".
© Riproduzione riservata