L’ennesimo incidente due settimane fa: un violento scontro tra un cervo e un autobus, alla periferia del paese, sulla provinciale 52, all’alba. Immediato il sopralluogo del veterinario della Asl di Oristano che ha riscontrato la morte dell’animale che poi è stato infossato, come prevede la legge.

A Laconi l’invasione dei cervi continua senza sosta. Passeggiano tranquilli e indisturbati, forse alla ricerca di cibo o acqua arrivando anche fino alla piazza principale del paese. «Il problema purtroppo sussiste ancora nonostante la richiesta di aiuto alla Regione  - spiega la vice sindaca Maria Grazia Deidda, firmataria dell'ordinanza per smaltire la carcassa del cervo dopo l'impatto con il mezzo -. Sono tante le lamentele dei cittadini, sono animali che creano problemi sia alla circolazione ma anche alle coltivazioni. Le divorano. Il numero degli esemplari aumenta sempre di più. Sono poi animali coraggiosi, in strada non hanno paura delle auto, non si spostano, con tutti i problemi del caso».

I cervi sono tanti anche al parco Aymerich. Il sindaco di Laconi Salvatore Argiolas lo scorso anno, dopo varie proteste, aveva ottenuto dalla Regione la possibilità di essere ascoltato durante un incontro in videoconferenza, proprio per cercare di capire tutti assieme come affrontare l’invasione dei cervi che, a differenza dei cinghiali, non sono interessati neppure dal naturale prelievo venatorio. All’incontro avevano partecipato anche l’Agenzia Forestas, il Corpo Forestale, Confagricoltura, Coldiretti e Copagri. Durante il tavolo si era anche già parlato di quelle che potevano essere alcune ipotesi per contrastare il fenomeno. C’è chi aveva proposto un possibile abbattimento selettivo fra i troppi cervi che vivono nel territorio di Laconi e chi la cattura e trasferimento di capi in esubero in altri territori. Il problema ancora però non è stato risolto.

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