Il mare del Sinis inizia a respirare. Forse è l'unica nota positiva del Covid-19.

Grazie al coronavirus, infatti, i fondali dell'Area marina protetta del Sinis iniziano a ripopolarsi. Qui per la prima volta in assoluto i ricciai non sono entrati in azione.

Il Ministero dell'Ambiente che regola tutti i parchi marini quest'anno non ha dato l'autorizzazione alla pesca dell'oro rosso. Quando il Comune di Cabras a gennaio scorso stava iniziando le trattative con gli uffici romani per decidere quando far partire la raccolta e con quali regole è sopraggiunta l'emergenza sanitaria, facendo saltare quindi tutti i piani e lasciando l'amaro in bocca gli operatori. Intanto però gli esperti non hanno dubbi: "Il prossimo anno i primi a trarre vantaggi saranno proprio i pescatori di Cabras - spiega Ivan Guala, della Fondazione IMC Centro Marino Internazionale, sempre in prima linea per quanto riguarda i monitoraggi in tutta l'Isola -. Troveranno molti più ricci".

Per i biologi lo stop alla pesca dei ricci per un anno intero, dopo stagioni di raccolta senza mai una pausa nonostante la sofferenza della specie porterà importanti benefici all'ecosistema marino e quindi anche agli operatori.

"Per capire esattamente cosa succederà bisognerà analizzare i monitoraggi, ma è chiaro che la risorsa aumenterà e non di poco - va avanti l'esperto - I ricci presenti oggi di piccola taglia il prossimo anno saranno molto probabilmente commerciabili, anche perché questa volta non rischiano di finire nelle ceste degli operatori. Mentre gli esemplari oggi pronti per essere raccolti rimanendo in mare contribuiranno alla riproduzione di altri ricci".
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