Le casse comunali non piangono più. Meglio, l'allarme rosso è rientrato ma questo non vuol dire che il Comune di Oristano sia diventato tutto d'un colpo ricco. Di qualche giorno fa l'incasso di due milioni e mezzo dalla vendita dell'ex mercato ortofrutticolo danno quella botta di ossigeno utile in tempi di magra dovuti soprattutto all'emergenza scattata dal Covid. Dopo cinque aste andate deserte ha presentato l'offerta, l'unica pervenuta nel Palazzo degli Scolopi della società veronese Spesa Intelligente spa. Con un'offerta di oltre due milioni e mezzo di euro, la catena di discount alimentari si è aggiudicata l'asta pubblica relativa all'acquisizione dell'area di 7.673 metri quadrati, situata in via Marconi, all'ingresso della città arrivando da Fenosu. Una proposta piuttosto generosa, considerato che la basa d'asta era di un milione 573 mila euro: tra un tentativo di vendita e l'altro infatti, il prezzo di partenza era stato più volte ritoccato al ribasso nel tentativo di risultare più appetibile agli imprenditori. «Ora spetterà agli uffici perfezionare i documenti - precisa l'assessore al bilancio Angelo Angioi - A breve poi dovrebbe essere stipulato il contratto di compravendita».

Ma non basta, nei giorni scorsi è arrivato anche l'acconto Imu che il bilancio indica in 5,5 milioni all'anno. Un po' meno felici i contribuenti che mediamente, precisa il centro studi Uil, dovranno accollarsi tra seconde case e prime ma di lusso (che a Oristano per il catasto non esistono) un balzello di 3.892 euro a testa. Quasi quanto Cagliari, più di Sassari. Quanti rispetteranno la scadenza con i tempi che corrono è difficile dire ma sui conti niente più sconti e quindi lotta dura all'evasione, in realtà sempre dichiarata e mai vinta forse perché poco convinta.

Il Comune comunque ci riprova e questa volta pare voglia fare sul serio anche perché oltre al solito ritornello «pagare tutti per pagare tutti di meno», mai come adesso ci si può permettere di lasciar perdere anche un solo euro. "La situazione è delicatissima - ripete l'assessore alle Finanze Angelo Angioi - E sappiamo di aver approvato un bilancio nel quale gli incassi dei tributi e delle multe non saranno quelli previsti". Quindi, molto si gioca anche sulla lotta all'evasione. Partita non semplice, l'esperienza dice che finora l'incasso non ha mai superato, quando è andato bene, il 30/35 per cento dell'arretrato.

Due anni fa su 2,5 milioni di arretrato dell'Imu l'incasso non è andato oltre il 10 per cento; meglio nel 2018 quando si è sfiorato il 15 per cento su un residuo di 3,3 milioni. Aspettando i dati 2019, per il triennio 2020-2022 viene ipotizzato un recupero di 1 milione all'anno. Sui residui Tari, Tarsu, Tares (740 mila), si punta a portare a casa 300 mila all'anno. Il totale dell'arretrato Imu, Tari, Tarsu e Tares che supera i 4 milioni, è stato rettificato dal fondo crediti di dubbia esigibilità di 689 mila euro per quest'anno e 715 per il 2021 e 2022. Per i revisori dei conti è corretto: «La quantificazione è congrua in relazione all'andamento storico delle riscossioni rispetto agli accertamenti ed ai crediti dichiarati inesigibili».

Su un incasso annuale di 50 mila euro per i locali di proprietà dati in locazione è stato iscritto un fondo per possibili "buchi" di 19 mila euro, il 38 per cento. Se in cassa dei 50 mila euro dovessero arrivarne 31 mila sarebbe un gran colpo.

Complessivamente tra tutte le entrate (dai servizi a domanda diretta ai mercati) il fondo per crediti di dubbia esigibilità supera il 24 per cento, 2,2 milioni su 20 milioni. L'amministrazione per tentare di far pagare le tasse a tutti lavorerà sulla prevenzione e, in ultima analisi, sulla repressione. "Obiettivo è di contenere l'imposizione fiscale potenziando la riscossione". Come? "Partendo da tempestivi controlli tesi a indirizzare i contribuenti verso comportamenti virtuosi".

Se non dovesse bastare giocoforza si passerà alle maniere forti garantendo continuità e il miglioramento della riscossione coattiva che sarà affidata con una pubblica gara. Saranno mantenute le agevolazione alle fasce più deboli con piani di rateizzazione. Più controlli anche sui canoni per l'occupazione del suolo pubblico, per l'installazione di mezzi pubblicitari e dei mercati comunali.
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