Sono sul piede di guerra i docenti dell'Istituto Comprensivo di Abbasanta: dicono no al piano di dimensionamento scolastico varato dalla Regione. Vede l’istituto di Abbasanta accorpato a quello di Ghilarza, ma questa scelta per i docenti non garantirebbe gli standard qualitativi raggiunti sinora.

«Questo poiché – spiegano - si andrebbe a costituire un mega istituto composto da 16 plessi e 11 Comuni di riferimento. Trattandosi, nel complesso, di una realtà già caratterizzata da povertà educativa, mancanza di strutture di aggregazione, livello socio-economico medio-basso e un tasso di spopolamento elevato, una sola autonomia, porterebbe a una gestione impersonale della scuola e all’impossibilità di avere cura del singolo, con una conseguente regressione a livello didattico-educativo e una progressiva dispersione scolastica».

I docenti del comprensivo di Abbasanta aggiungono: «Il nostro Istituto è  abbastanza complesso, essendo composto da 9 plessi situati in 3 Comuni diversi: Abbasanta, Norbello e Paulilatino, cui afferiscono anche gli alunni di Bidonì, Aidomaggiore e Sorradile; ciascuno dei quali con una realtà sociale, culturale ed economica differenziata.  Abbasanta è un Comune montano e, pertanto, con i suoi 452 alunni rientra a pieno titolo nel numero di 400 alunni previsto per tali Comuni. L’Istituto Comprensivo ha la sua autonomia, ha un dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi titolari da 5 anni e 3 assistenti amministrativi che conoscono in maniera approfondita la complessa realtà e che, con tale soppressione, sarebbero tutti perdenti posto».

Ma non è tutto, infatti precisano ancora: «Le scelte educative, didattiche e organizzative portate avanti negli anni hanno permesso all'Istituto di avere un tasso di dispersione scolastica pari a zero. I risultati delle Prove Nazionali Invalsi  sono progressivamente migliorati nel corso degli ultimi anni, Inoltre, l’offerta formativa è stata potenziata con l’istituzione dei corsi ad indirizzo linguistico e sportivo, del tempo pieno in un plesso della Scuola Primaria, delle certificazioni linguistiche e, dal corrente anno scolastico, del Ministay all’estero per le classi terze della scuola secondaria di I grado. Le iscrizioni nel corso degli anni sono rimaste costanti e i trasferimenti degli alunni sono avvenuti esclusivamente per motivi familiari».

Tanti poi  gli investimenti da parte della scuola per l’acquisto di strumenti e arredi per l’allestimento di nuovi laboratori e i  fondi pubblici da parte delle diverse Amministrazioni per importanti progetti didattici, la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Tutti elementi che spingono il corpo docente ad opporsi alle decisioni della Regione.

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