Ismael, Adriano, Sambu, Ali e Hussein.

Sono i nomi dei quattro ragazzi che hanno raccontato le loro storie all'incontro promosso dalla Regione - presente l'assessore agli Affari generali Filippo Spanu - nella palestra del liceo De Castro a Oristano sui temi dell'accoglienza e dell'inclusione dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale.

Sono giovani che hanno lasciato i loro Paesi d'origine, Bangladesh, Guinea Bissau, Gambia, Mali, Sudan, con la speranza di un futuro più sereno in linea con sogni e aspirazioni.

Spanu tra gli studenti (foto Regione Sardegna)
Spanu tra gli studenti (foto Regione Sardegna)
Spanu tra gli studenti (foto Regione Sardegna)

Come Hussein, 26enne sudanese che, dopo il viaggio attraverso il deserto, la prigionia nei campi libici e la traversata a bordo di un barcone nel Mar Mediterraneo, è arrivato in Sardegna con una nave del sistema Frontex con il sogno di fare l'avvocato.

Ora studia al Centro d'Istruzione per adulti di Oristano ed è anche presidente del Consiglio di Istituto.

Nel corso dell'incontro l'assessore degli Affari Generali Filippo Spanu ha dialogato con oltre 200 studenti del "De Castro" insieme al dirigente scolastico Pino Tilocca, agli insegnanti, alla mediatrice culturale Genet Woldu Keflay, al mediatore culturale Mike Onuoho e alla psicologa Stefania Cossu che operano rispettivamente nei centri di accoglienza Gesar di Oristano e Nuragheruiu di Norbello.

La platea (foto Regione Sardegna)
La platea (foto Regione Sardegna)
La platea (foto Regione Sardegna)

"L'istruzione - ha detto l'assessore Spanu - è la chiave di volta del processo di inclusione dei richiedenti asilo. La conoscenza della lingua e della cultura italiana è fondamentale per il loro inserimento nella nuova realtà. Ma aiuta anche i giovani italiani ad acquisire maggiore coscienza del fenomeno migratorio e del destino di chi lascia il proprio Paese per affrontare viaggi drammatici attraverso il deserto africano e il mar Mediterraneo. In questi incontri con gli studenti delle scuole superiori della Sardegna abbiamo cercato di trasmettere buone informazioni per riportare il fenomeno migratorio entro i giusti confini che non sono quelli del pregiudizio e dell'intolleranza".

(Unioneonline/D)
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