Arriva in tribunale il caso di una 77enne sarda malata di mieloma multiplo e che rischia anche la vita per questioni burocratiche.

Un caso di cui è tornato a parlare Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna, durante una conferenza stampa a Oristano alla quale hanno preso parte anche le associazioni Cittadinanzattiva, Ail, Le Belle donne e Komunque donne.

Sotto accusa c'è la direzione generale dell'assessorato che avrebbe imposto alla struttura di Oncoematologia dell'ospedale San Martino di Oristano il divieto di prescrivere e somministrare alla paziente il farmaco innovativo che potrebbe allungarle la vita.

La donna non ha la possibilità di farsi curare a Cagliari, Sassari o Nuoro, "come vorrebbe la Regione", e ha quindi dovuto rinunciare al farmaco salvavita.

A decidere sulla sua sorte sarà il Tribunale di Oristano, al quale il legale di Adiconsum ha chiesto di emettere, con procedura di urgenza, un provvedimento che consenta alla 77enne di essere curata a Oristano.

Il San Martino, a detta dell'associazione, ha tutti i requisiti necessari. Sia la struttura complessa di Oncologia che la struttura semplice di Oncoematologia "hanno le carte in regola: sono operative ormai da una decina di anni e il divieto di prescrivere e somministrare farmaci innovativi, come quello che potrebbe salvare a vita alla paziente e consentire ad altre 350 persone assistite di potersi curare a Oristano, non ha alcun senso", ha detto Vargiu.

Tanto più, ha aggiunto, che "altre strutture come il Policlinico di Monserrato e il Mater Olbia Hospital hanno invece ottenuto in tempi brevissimi l'autorizzazione pur non avendo le stesse strutture operative nè tantomeno autorizzate".

(Unioneonline/s.s.)
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