Al quarantesimo giorno di sciopero della fame non c'è tempo da perdere. Lo sostiene l'avvocato Cristina Puddu, difensore di Doddore Meloni, che ora ha depositato l'istanza di detenzione domiciliare.

Richiesta inviata al Tribunale di Sorveglianza di Cagliari. Contemporaneamente l'avvocato Puddu ha chiesto al direttore del carcere di Uta un parere medico sulle aspettative di vita di Meloni, con l'obiettivo di consentirgli di preparare le ultime volontà del detenuto.

Meloni ha cominciato lo sciopero della fame e della sete il 28 aprile, quando i carabinieri lo avevano raggiunto mentre si recava al carcere di Massama per consegnarsi avendo la consapevolezza che alcune sentenze di condanna erano diventate definitive.

I militari lo avevano raggiunto e fermato per arrestarlo. In quel preciso istante l'indipendentista di Terralbasi era dichiarato detenuto politico belligerante e aveva cominciato la sua azione di protesta rinunciando al cibo e all'acqua.

Una settimana fa, poi, Meloni è stato trasferito al carcere di Uta e da allora gli somministrano mezzo litro d'acqua al giorno. Le sue condizioni restano preoccupanti, ha dichiarato l'avvocato Puddu, non c'è altro tempo da perdere.
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