Non solo ha chiesto l'ergastolo, ma anche il ripristino della misura cautelare in carcere dopo la sentenza, sospesa per i rischi dettati dall'epidemia di Covid, perché Giovanni Perria, 78 anni, potrebbe uccidere ancora.

Ne è convinto il pm Armando Mammone che ha chiuso in tre ore la requisitoria del processo che vede imputato il pensionato di Narbolia, accusato di omicidio volontario della moglie Brigitte Pazdernik, 77 anni di origini tedesche, scomparsa nell'ottobre 2018. Il corpo era stato trovato in mare e per la Procura di Oristano sarebbe stata gettata in acqua, dove è poi annegata.

Secondo il pm, Perria non solo avrebbe ucciso la moglie a causa di un tradimento di 40 anni prima, ma nutrirebbe ancora ragioni di rancore nei confronti di una vicina, testimone chiave del processo. Nella lunga discussione, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Cagliari, il magistrato che ha condotto le indagini ha elencato gli indizi che l'hanno convinto della colpevolezza del pensionato: dalla telecamera dell'auto che sarebbe stata staccata per evitare che riprendesse il viaggio da casa sua al mare, al fusibile tolto che avrebbe bloccato il contachilometri.

In precedenza, Giovanni Perria aveva rilasciato brevi dichiarazioni spontanee. "Sono solo - ha detto tra le lacrime - con mia moglie ho vissuto tutta la vita e ora sono solo".

Subito dopo la requisitoria ha parlato il difensore Antonello Spada che ha contestato le contraddizioni della testimonianza della dirimpettaia di Perria e testimone chiave: la donna che sostiene di aver visto l'auto del pensionato uscire di casa, mentre lui ha sempre sostenuto di non essere uscito. Il 2 novembre repliche e forse la sentenza.
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