Da circa un mese a San Vero Milis il campanile della chiesa di Santa Sofia, edificio di culto in stile romanico risalente alla metà del 1700, è spento. I led non illuminano più la torre campanaria, con tanto di orologio, che resta al buio.

La motiviazione? Una scelta precisa del parroco, per “accendere i riflettori contro il caro-bollette”.

"Non si può non comunicare questo disagio pressante - spiega don Ignazio Serra, che è anche delegato diocesano e incaricato regionale per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport - e allora, interrogandoci sul da farsi, abbiamo deciso di spegnere le luci per accendere l'attenzione su questo dramma che stanno vivendo diverse categorie, dalle case di risposo alle piccole botteghe o chi fa sport non agonistico, o ancora le famiglie che oggi rischiano di trovarsi in seria difficoltà".

Un'idea mutuata dall'artista Christo che impacchettava i monumenti per valorizzarli: "Noi abbiamo spento per accendere, all'interno di un'iniziativa che abbiamo voluto denominare 'M'illumino di niente' - spiega ancora don Serra - Stiamo vivendo una situazione che si può rivelare drammatica per le nostre famiglie che spesso sono monoreddito e che rischiano di rimanere senza nulla se il datore di lavoro deve licenziare perché non riesce a rientrare nei costi per il caro bollette: è una catena nella quale si perdono posti di lavoro”.

"Già guardando nel nostro piccolo – prosegue il parroco – in parrocchia arrivano 7 bollette tra la Chiesa e altri edifici annessi e abbiamo pagato sempre tra 700 e 800 euro, ora siamo preoccupati per quello che può accadere". "E mi preoccupa sentire che i sindaci dicono che spegneranno un lampione su tre, perché c'è anche un problema di sicurezza nelle nostre città. La soluzione deve arrivare dall'alto, da chi ha il potere politico che non deve essere distratto da altre questioni e deve fare in fretta", conclude. 

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata