Ha patteggiato una pena di sei mesi il trentacinquenne di Terralba che dieci giorni fa aveva colpito con calci e testate i carabinieri dopo aver rinchiuso a chiave la moglie dentro casa. N. A. era finito in cella con le accuse di violenza contro pubblici ufficiali, lesioni e sequestro di persona.

Oggi, assistito dall'avvocato Angela Caratzu, l'uomo è comparso davanti al giudice per la prosecuzione del processo: ha patteggiato una pena di sei mesi per i reati di lesioni e violenza a pubblico ufficiale. Per il reato più grave di sequestro di persona, contestato dal pubblico ministero Armando Mammone, dovrà invece subire un altro processo e si andrà a dibattimento.

L'episodio risale a una decina di giorni fa. Era stata la moglie del trentacinquenne a chiedere aiuto ai carabinieri perché il marito l'aveva chiusa a chiave in casa. All'arrivo dei militari gli si era scagliato contro quindi era stato portato in caserma.

Qui aveva continuato a tirare calci e pugni e così erano scattate le manette. I carabinieri erano stati costretti a ricorrere anche alle cure del pronto soccorso, a uno era stata data una prognosi di trenta giorni per una contusione alla mano, agli altri dieci giorni di cure per varie escoriazioni sul viso e a un braccio.
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