Barriere antisfascio per difendere la costa del Sinis dalle pressioni della pesca.

Si chiama Saturn il progetto che ha come obiettivo quello di difendere il mare dalla pesca a strascico illegale, specie nelle zone protette e a meno di tre miglia dalla costa.

L’Area marina protetta del Sinis sarà la prima area in Sardegna a dotarsi di un sistema di difesa dei fondali, progettato in collaborazione con gli stessi pescatori che hanno identificato le aree più vulnerabili. Una sessantina di dissuasori tra non molto verranno posizionati al largo della costa del Sinis, a 35 metri circa di profondità. «Un posizionamento che impedisce l’avanzata dello strascico illegale negli habitat più sensibili, dove è presente la Posidonia oceanica e dove i danni possono essere irreversibili e catastrofici per l’intero ecosistema marino, a danno di tutto il comparto della stessa pesca, soprattutto quella artigianale e tradizionale», ha spiegato Francesca Frau, biologa marina della Fondazione Medsea, che coordina il progetto, durante un incontro a Cabras con i pescatori. 

Fanno parte del progetto anche il Flag Pescando e l’Area marina protetta del Sinis. «Il Mediterraneo ha oramai raggiunto lo stato limite – spiega Massimo Marras, direttore del parco marino  - dovuto ad un eccessivo sforzo di pesca, tra cui quella industriale e a strascico: il mare è sempre più povero e questo induce a violare le norme e ad entrare in ambienti interdetti come le aree marine protette. Saturn ci aiuta a proteggerci da queste pressioni».

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