La richiesta è una: trovare una soluzione per poter terminare l’infrastruttura, visto che i lavori puntualmente vengono interrotti a causa della presenza di reperti archeologici che emergono durante i tagli della strada che dovrebbe ospitare la rete. Sempre intoppi e tempo che passa.

A San Giovanni di Sinis le fogne, da quando la Regione ha finanziato l’importante progetto da 2 milioni di euro, 15 anni fa, sono ancora un miraggio. Ecco perché questa volta alza la voce l’associazione Tzur che riunisce buona parte dei residenti della borgata. Pochi giorni fa ha inviato una lettera alla Soprintendenza archeologica, al Comune di Cabras e al direttore dell’Area marina protetta del Sinis Massimo Marras. "Siamo molto preoccupati di queste continue interruzioni - si legge nella lettera firmata dalla presidente dell’associazione Giulia Uras - La strada davanti alla chiesa è da mesi ostruita dal cantiere, un disagio per gli abitanti e un orribile spettacolo per i numerosi visitatori. Siamo consapevoli che il sottosuolo sia ricco di tracce del passato, ma vogliamo chiedere a tutti gli enti coinvolti di adoperarsi per trovare un’intesa sulle modalità di lavoro per portare a termine questa infrastruttura. La borgata di San Giovanni, punto di passaggio per tutti i visitatori del sito archeologico di Tharros, è frequentata tutto l’anno dai proprietari delle case e in estate dai turisti”.

Senza parlare poi delle problematiche che vivono le attività commerciali. Da sempre per smaltire le acque sporche sono costrette a chiamare l’auto spurgo. “Non possiamo essere solo noi - conclude Uras - a paventare che l’assenza di servizi sia un grave rischio igienico-sanitario e ambientale”. 

© Riproduzione riservata