Sono i più applauditi dai fedeli. I più fotografati da chi va a caccia di immagini simbolo della tradizione. Quelli che a fine corsa sono fieri di avercela fatta nonostante l’età. Ma c’è un problema: i bambini alla corsa degli Scalzi di Cabras non possono partecipare. Lo dice lo statuto dell’associazione "Is Curridoris” che organizza la processione: chi ha meno di 14 anni non può far parte di quel serpentone umano vestito di bianco che percorre gli sterrati del Sinis per sette chilometri. Ovviamente per questioni di sicurezza. Una regola però che in pochissimi rispettano, tanta è la voglia di accompagnare il Santo da Cabras al villaggio di San Salvatore.

Un caso che ogni anno, durante i giorni della corsa, fa discutere e non poco. Ecco perchè l’associazione è al lavoro per capire se il regolamento può essere modificato in vista del prossimo anno.

“Il regolamento con cui si stabilì un'età minima di 14 anni per poter partecipare alla corsa venne redatto alcuni anni addietro da uno dei precedenti consigli di amministrazione che ci ha preceduto - spiega il presidente Alessio Camedda - Per quanto ci fu riferito, fu fatto per ragioni di sicurezza, dopo aver sentito anche il parere di alcuni legali. A tal riguardo, da tempo, stiamo cercando di capire se vi siano effettivamente normative che fanno si, che sia consigliabile quell'età per poter partecipare alla corsa, anche in funzione della responsabilità che ne deriverebbe all'associazione. A tal riguardo, consci del fatto che molti genitori portano con se dei ragazzini o bambini di età inferiore, stiamo cercando  di valutare assieme alle autorità civili e religiose delle soluzioni, oltreché di capire se quel limite possa essere davvero abbassato come molti dicono, rispettando tutti i criteri di buon senso e di sicurezza”.

Per capire che i bambini ci sono sempre stati basta chiacchierare con gli anziani del paese. Tutti a Cabras hanno iniziato a trasportare il santo da piccolissimi.

“Sarebbe necessario trovare una soluzione per evitare qualsiasi tipo di problematica - commenta il sindaco Andrea Abis - Io sono aperto a studiare assieme all’associazione qualsiasi possibilità pur di garantire una corsa sicura. Sarebbe meglio evitare di far allontanare i più piccoli dalla nostra tradizione”. Questo, forse, sarebbe il rischio più grande.

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