Nessun favoritismo. Ma accuse forti e un invito a presentare interrogazioni con dati oggettivi. I vaccini a Cabras fanno discutere. Il sindaco Andrea Abis ha dovuto rispondere all’interrogazione presentata dalla consigliera di maggioranza Alessandra Lochi che aveva chiesto di sapere con quali criteri sono stati individuati i soggetti fragili che il 25 e il 26 marzo hanno ricevuto i vaccini al centro polivalente, visto che a detta sua risulta che alcuni cittadini sarebbero stati contattati telefonicamente dal sindaco e dal vice con l'invito a recarsi al centro comunale allestito per le vaccinazioni.

Abis ha risposto con toni decisi: «Ho chiesto io ai medici di famiglia di individuare i soggetti fragili. I nominativi di ben 297 pazienti sono arrivati al mio telefono. Poi sono avvenute le chiamate di prenotazione che sono state effettuate dalle figure che hanno collaborato con me tra cui il vice sindaco, l’assessore alle Politiche sociali e diversi consiglieri. Tutto questo è avvenuto in tarda serata in modo da completare gli elenchi in tempo utile per accedere alle prenotazioni, per evitare quindi di sprecare sodi». Abis però non molla e ne fa un discorso di etica: «Vorrei sapere la vera ragione di questa interrogazione. Per come è stata compilata ha l’aspetto di un interrogatorio giudiziario. È insussistente perché non pone domande oggettive. Risulta basata su supposizioni, illazioni, e indimostrabili rimostranze. Con l’unico scopo di attaccare la figura del sindaco. Non tollero che si getti fango sulla onorabilità delle persone. Le interrogazioni devono essere chiare, non di basso e infimo profilo». 

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