«Non so più cosa fare. Nelle mie reti non rimane nulla, bisogna fermare i ladri, perché di questo si tratta. Che qualcuno mi aiuti». Luciano Sanna, 63 anni, pescatore di Cabras, racconta con le lacrime agli occhi la sua disperazione dalla barca “Santa Barbara” ormeggiata al porticciolo di Torregrande. Quella che utilizza ogni notte per raggiungere le reti che cala il giorno prima in mare, nel Golfo di Oristano. Quando arriva però c’è chi è già passato a rastrellare tutto: crostacei, saraghi, dentici, capponi e tanto altro. Un bottino niente male che non finisce nelle mani di Luciano Sanna da tanti mesi.

Secondo il pescatore si tratta di un’organizzazione ben ramificata: «Non sono pescatori improvvisati. Sanno dove vado, anche se cambio zona mi trovano lo stesso, sempre. Ho provato anche a raggiungere aree più lontane ma non è cambiato nulla. Solitamente agiscono in quattro, rubano tutto ciò che trovano quando io ancora non sono arrivato. Ma ci sono state volte che hanno svuotato le reti in mia presenza. Io sono solo, non posso difendermi, ho una piccola barca rispetto ai due mezzi che solitamente utilizzano per raggiungere la zona dove calo la mia attrezzatura da pesca che spesso viene anche danneggiata». 

Luciano Sanna, che nei mesi scorsi ha segnalato la vicenda anche alla Capitaneria di Porto, oggi è stato ascoltato in prefettura. Durante l’incontro al pescatore è stato chiesto di presentare subito una denuncia ai carabinieri indicando le zone dove avvengono i furti. In modo che poi sia i militari sia la Guardia costiera possano intervenire quanto prima per mettere fine a questi spiacevoli episodi. Dalla prefettura fanno sapere che la situazione dunque è sotto controllo e che verrà monitorata passo dopo passo. 

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