Sono in costante aumento gli episodi di violenza sulle donne in particolare all'interno delle mura domestiche. Nello scorso anno il Centro antiviolenza Donna Eleonora di Oristano ha seguito a livello provinciale 216 donne, mentre altre 15 sono state inserite nella casa protetta insieme a 5 minori.

Sono state portate avanti complessivamente 1756 azioni a tutela delle donne. Il tema è stato al centro di un convegno promosso in Questura a Oristano a cura del sindacato di polizia Equilibrio e sicurezza e coordinato dal segretario provinciale Paolo Cabianca.

Danila Congia, vicaria del prefetto, ha portato i saluti del rappresentante dello Stato, mentre il questore Ferdinando Rossi ha parlato delle azioni di contrasto portate avanti dalla questura verso la violenza di genere.

Dopo una attenta riflessione dell'arcivescovo Ignazio Sanna ha preso la parola Patrizia, psicologa e responsabile dei centri antiviolenza di Olbia e Oristano che ha ribadito l'importanza che oggi rivestono i centri antiviolenza. Ha ricordato inoltre la convenzione 3P di Istanbul (prevenzione protezione punizione) e illustrato i contenuti del "rapporto ombra" stilato dalla rete D.i.Re e le associazioni di donne che dall'11 al 21 marzo faranno il punto sull'effettiva applicazione della convenzione di Istanbul in Italia.

Franca Carboni, neuro psichiatra infantile, ha trattato il tema delle fasce deboli e dei minori. Ha spiegato che ci sono evidenze scientifiche che confermano come l'aggressività verbale, psicologica e fisica produca non solo danni acuti nel breve periodo ma anche danni cronici nel lungo periodo. Sulla violenza assistita ha ammesso che può essere ugualmente pericolosa nella formazione e nello sviluppo del bambino, tanto da configurare un danno morale che andrebbe quantificato e che necessita di giustizia.

Le conclusioni sono state affidate all'avvocato Anna Maria Busia che ha ripreso il discorso attualissimo della violenza assistita. La ritiene una forma di violenza molto grave, soprattutto contro i minori, e che provoca traumi importanti e quindi merita un'attenzione da parte del legislatore che fino ad ora non c'è stata.

Alla fine del convegno gli studenti del liceo Classico Decastro e dell'Istituto tecnico 2 hanno messo a dimora una pianta di mimosa nei giardini della Questura.
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