I giudici della Corte d’Appello di Cagliari hanno ridotto da sette a cinque anni la condanna per favoreggiamento della prostituzione ai danni di don Giovanni Usai, l’ex responsabile della comunità Il Samaritano di Arborea che nel 2010 era finito al centro di un’inchiesta giudiziaria che aveva scosso il mondo della Chiesa ma anche quello del volontariato dove da sempre il sacerdote era stato un punto di riferimento.

Secondo l’accusa nella comunità, creata per la rieducazione degli ex detenuti, ci sarebbe stato un giro di prostituzione «con l'avvallo di don Usai» aveva detto il pm De Crescenzo durante il processo di primo grado.

Nel 2020 la sentenza di condanna, a marzo 2021 era stato proposto appello impugnando «la conduzione delle indagini preliminari, travasata acriticamente nell'istruttoria dibattimentale; le numerose ordinanze del Tribunale che, rigettando le istanze della difesa, hanno precluso l'acquisizione di prove a discolpa dell'imputato e la legittima formazione della prova – sostengono i difensori Anna Maria Uras e Gabriele Satta – infine le motivazioni della sentenza, ritenute carenti e contraddittorie».

I legali sottolineano che anche la procura generale, mediante memorie scritte, ha manifestato «la piena condivisione delle argomentazioni della difesa rilevando la contraddittorietà e la lacunosità del quadro probatorio del primo grado di giudizio e richiedendo la riapertura dell'istruzione dibattimentale». Dopo vari rinvii, la prima sezione della Corte d’Appello di Cagliari ha emesso il verdetto.

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