"La strada della violenza non è mai da seguire. La violenza non richiami altra violenza".

Lo ha detto questo pomeriggio don Gerardo Pitzalis, parroco di Genoni, nell'omelia dei funerali di Roberto Vinci, freddato nel tardo pomeriggio di lunedì nelle campagne del Comune del Sarcidano da due fucilate mentre tornava in bici verso il paese, dopo aver accudito i suoi maialetti, le sue capre e i suoi conigli.

Il quarantottenne è morto poche ore dopo per le gravi ferite provocate dai due colpi di fucile all'ospedale Brotzu di Cagliari.

Oggi Genoni ha dato l'ultimo saluto alla vittima dell'ultimo ed efferato omicidio in Sardegna.

La salma è arrivata poco prima delle 18 nel sagrato della parrocchia di Genoni. C'era ancora poca gente e un grande silenzio, che ha poi accompagnato tutta la cerimonia.

"Un delitto che ha lasciato tutti sgomenti nella nostra comunità", ha detto il parroco, "incontravo spesso Roberto per strada, mi faceva domande su Gesù. Gli rispondevo sempre. Era sereno. Stava cercando di reinserirsi anche nella comunità genonese. Ora dobbiamo stare tutti vicini alla famiglia, già sottoposta a dure prove negli ultimi anni. Sicuramente anche l'assassino è una persona che ha più bisogno di Dio di tutti noi. Anche per lui, un giorno, ci sarà il perdono. Sono sicuro che ora Roberto è già nelle braccia di Dio". Toccante la testimonianza alla fine della messa di Giovanna Grillo, responsabile della comunità "Casa Emmaus" di Iglesias: "Abbiamo accolto Roberto qualche anno fa. Un uomo dai grandi valori. Era vero con i nostri ragazzi, anche nel mostrare le sue ferite e le sue debolezze. Non avrebbe mai tradito un amico, sapeva amare. Sorrideva poco, ma quando sorrideva, allora ti dimostrava tutto il suo affetto e il suo bene incondizionato. Aveva pagato il suo conto con la giustizia, ma sapeva di essere giudicato. Comunque non si è mai arreso. Ricorderò la sua sensibilità e continuerò a volergli bene".

Parole che rendono ancora più inspiegabile questo delitto.
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