Salto nei secoli domani 21 dicembre ad Abbasanta per immergersi nell’atmosfera del tempo di Gesù. È infatti per le 19 l’appuntamento con il Presepe vivente.

Oltre 100 i figuranti che quest’anno animeranno l’evento (organizzato in collaborazione con Comune, Pro loco e Parrocchia) che avrà come location la piazza della chiesa. Il più piccolo, Fabio Medde, un mese e poco più, sarà Gesù Bambino. Quest’anno ci saranno da Abbasanta il coro Armonias, quello polifonico e Su Cuntzertu de Abbasanta, inoltre l’associazione “La Coorte I Nurritanorum guarnigione del castrum di la Crucca”. Nel parcheggio vicino alla parrocchia si potrà ammirare (già dalle 18) la ricostruzione dell’antico villaggio: ci sarà il casaro, la pescivendola, la bottega della frutta, quella del sale.

Ed ancora la bottega dedicata alla ceramica, quella dei tessuti e il falegname per citarne alcune. Al lavoro nella realizzazione delle botteghe Mario Piras: «Da una settimana stiamo allestendo il villaggio. Utilizziamo canne, ferro, legno; per coprire le strutture metalliche delle frasche. Cerchiamo di rendere tutto più naturale e verosimile possibile. Ci saranno anche gli animali: galline e agnelli».

Dietro le quinte un lavoro immenso. Il gruppo di volontari è al lavoro da maggio. «Ognuno ha un ruolo ben preciso: c'è chi si occupa della parte tecnica (allestimento e realizzazione dei mestieri), chi della parte burocratica, chi invece dei costumi (scelta della stoffa e la cucitura) e infine chi della regia, musiche e della stesura del copione. Ecco io mi occupo proprio di queste ultime», spiega Giuseppina Naitana. E aggiunge: «Con la collaborazione soprattutto di Alessandra Manca, scrivo il copione avendo cura di seguire i testi evangelici, ma al tempo stesso li personalizzo di anno in anno aggiungendo alcuni elementi».

Tra gli organizzatori storici anche Giusy Serra: «Il nostro obiettivo è  accendere la magia del presepe, inoltre c’è un intero villaggio che prende forma attorno alla Sacra Famiglia: i vecchi mestieri sono genitori del nostro mondo. Rievocarli ci fa riflettere sul fatto che non dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo». Impegnata nella realizzazione dei costumi Graziella Serra: «Il primo anno è stato particolarmente impegnativo: ne abbiamo realizzato circa 50 per adulti e una trentina per i bambini. Ci riunivamo dopo cena, ci saranno state almeno 270 ore di lavoro. Poi in questi anni abbiamo aggiunto qualche costume e migliorato gli altri. Proporre il Presepe vivente è un’emozione troppo grande: in un periodo in cui si vedono tante cose brutte questo vuole essere un modo per dare serenità e pace». Ma perché raggiungere Abbasanta oggi? «Perché il visitatore viene immediatamente catturato dall'atmosfera creata dalle luci delle fiaccole e delle candele, dai suoni, dai versi degli animali, dalla scelta accurata dei mestieri e dei costumi, così come dai giochi dei bambini che rievocano usi e costumi di un'epoca passata», conclude Giuseppina Naitana. Appuntamento dunque a domani sera.

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