"I rapporti dell’associazione con il Prof. Gavino Mariotti, Magnifico rettore dell’Università di Sassari”. S’intitola così un corposo paragrafo dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Cagliari, Michele Contini, che ha portato all’arresto di 31 presunti appartenenti a un gruppo criminale del quale facevano parte colletti bianchi e storici esponenti del banditismo sardo.

E la “associazione” in questione, con la quale Mariotti (che non risulta indagato) ha avuto frequenti contatti, per gli inquirenti era di tipo mafioso e segreto. 

La vicinanza

Il Rettore è definito “tra le personalità della cultura risultate più vicine al sodalizio, o quantomeno con i componenti criminalmente qualificati del gruppo”. In virtù di questo legame non avrebbe solo partecipato  – e anche organizzato  (in modo definito «discutibile»)  – a frequenti “spuntini” con il promotore del gruppo Nicolò Cossu e il complice Tonino Crissantu. Ma stando alle carte avrebbe goduto del loro appoggio concreto, attraverso la ricerca di voti accademici, in occasione delle elezioni alla guida dell’Università di Sassari.   E in cambio avrebbe offerto la massima disponibilità a soddisfare gli interessi del sodalizio. Per esempio quando si era impegnato a far sottoporre a intervento chirurgico – senza tenere conto di liste d’attesa e altre priorità – il detenuto Gianni Piras. 

Una ricostruzione  che nelle ultime ore ha portato i carabinieri del Comando provinciale di Sassari a effettuare un blitz negli uffici della direzione generale dell'Università e dell'Azienda ospedaliera universitaria: è stata acquisita  documentazione relativa all'elezione di  Mariotti e a successive nomine.

Gli appoggi e la biblioteca

Nel 2020 sarebbe stato lo stesso attuale Magnifico a chiedere a Tonino Crissantu, col quale ha uno stretto rapporto, di contattare un docente universitario affinché gli garantisse il suo appoggio per l’elezione. Quando Mariotti vinse, tra i componenti della banda ci fu un intenso scambio di telefonate di felicitazioni. E il professore contattato (con altri)? A febbraio del  2021 chiamò Nicolò Cossu, per informarlo del suo nuovo incarico di primario, spiegando che era stato favorito proprio da Mariotti. Che a sua volta avrebbe dispensato favori, anche di piccolo cabotaggio, agli arrestati orgolesi. Come quando Tonino Crissantu aveva necessità di partecipare a una festa di laurea. Problema: da dipendente della biblioteca di Nuoro   non aveva il giorno libero. Ma teneva all’evento. Così chiese al rettore di intervenire sul commissario liquidatore del Consorzio universitario nuorese per convincerlo a imporre un giorno di chiusura forzata del servizio pubblico. Chiesto, fatto. Mariotti chiama l’amico: «Tutto fatto, stanno facendo il decreto». Biblioteca chiusa e partecipazione alla festa di laurea garantita. 

La replica del rettore

«Non ho ricevuto nessuna notifica, non mi risulta che sia indagato. Non ho letto gli atti ma non capisco di che cosa mi si possa accusare, di avere organizzato spuntini?». Queste le parole di  Mariotti dopo l’esplosione mediatica dell’inchiesta e l’arrivo dei carabinieri in Ateneo.  «Abbiamo dato la massima collaborazione, hanno prelevato dei documenti nell'ambito di questa inchiesta, ma io sono tranquillo». Ammette le frequentazioni con Crissantu («è un mio ex studente») e respinge ogni strumentalizzazione e costruzione su supposti favori.  «Il detenuto», dice, «aveva urgente bisogno di un intervento chirurgico e io ho solo chiesto al primario per quando era programmato, non ho fatto alcuna pressione», spiega. Sull'ipotizzato appoggio della banda per assicurargli i voti necessari a conquistare lo scranno di rettore, Mariotti scuote la testa incredulo: «Ma di cosa si sta parlando? Chi e come avrebbe potuto influenzare il corpo elettorale?».

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