Un'esercitazione al porto di Arbatax ha visto impegnati i militari dell'ufficio circondariale marittimo, le forze dell'ordine e i servizi portuali.

Le attività, combinate tra security, antincendio e antinquinamento, sono nate dall'ipotesi di una minaccia bomba arrivata con una telefonata anonima da parte di esponenti di gruppi terroristici di matrice arabo-islamica, con conseguente ritrovamento di un IED (Improves explosive device).

La sala operativa Circomare ha quindi dato esecuzione a tutte le misure previste in questi casi allertando polizia, carabinieri, vigili del fuoco e 118.

In via precauzionale, è stata disormeggiata un'unità da pesca presente in banchina che ha svolto il ruolo di una nave mercantile.

Le attività (foto Capitaneria di porto)
Le attività (foto Capitaneria di porto)
Le attività (foto Capitaneria di porto)

Le forze dell'ordine hanno creato un cordone di sicurezza intorno alla "zona calda" in attesa degli artificieri e, poco dopo, l'ordigno - che era stato programmato con un timer - è esploso, ferendo un operatore del cantiere e facendo nascere un piccolo incendio con sversamento in mare di materiale inquinante.

All'opera i pompieri e il rimorchiatore con i cannoncini antincendio mentre il battello disinquinante Castalia ha recuperato il materiale inquinante.

L'esercitazione, pienamente riuscita, ha visto collaborare in piena sinergia tutte le forze dell'ordine, i responsabili della security dell’impianto portuale, e i servizi tecnico-nautici portuali. L'obiettivo era quello di testare sia la comunicazione che il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti e l'efficacia delle misure adottate nel caso di minaccia terroristica.

(Unioneonline/s.s.)
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