Con una lettera aperta, scritta in limba, il sindaco di Talana s’è rivolto alla comunità per una riflessione sugli ultimi furti e atti vandalici avvenuti in paese. Vicino a Coa ‘e Serra, all’altezza della zona forestata lo scorso inverno, hanno rubato il pannellino fotovoltaico per la produzione di corrente.

Accanto alla palestra sono stati asportati portati via moduli di ringhiera, lungo le strade qualcuno ha fatto razzia di guardrail e persino il mezzo mobile attrezzato per la macellazione è stato danneggiato. La raffica episodi risale all’ultimo periodo e il sindaco di Talana, Christian Loddo, ha voluto raccontare i fatti mettendo tutto nero su bianco in una lettera aperta.

Ha definito i responsabili canes de isterju, un epiteto che letteralmente significa cane da recipiente ma che nel lessico tradizionale è associato agli ingordi. In questo caso perché sottrae al paese beni di uso comune. «Su cane de isterju est commente su cane chi intrat a fura in cojina e, fidau, nde furat buncones de cosa. No est mancu bonu a furae in logu ajenu, furat in domu sua e tottu». Tradotto: «Su cane de isterju è come il cane che entra di nascosto in cucina e, in fiducia, ruba pezzi di cibo. Non è neanche capace a rubare in un posto estraneo, ruba a casa sua stessa».

Loddo attribuisce il concetto a persone che rubano beni pubblici, causando un danno alla collettività. «Babbu e mamma m’ant imparau ca cine furat in logu ajenu est unu dilincuente, cine furat a s’amigu est unu miseràbili, cine furat in domu sua e tottu est unu cane de isterju (I miei genitori mi hanno insegnato che chi ruba in un posto estraneo è un delinquente, chi ruba a un amico è un miserabile, chi ruba nella sua stessa casa è unu cane de isterju)». Loddo conclude con un interrogativo: «A su cane de isterju cosa bisogna fare?». Sui fatti sono in corso le indagini dei carabinieri.

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