Avevano disseminato cesti di frutta per le campagne in località Ollèi, a Baunei, là dove Michele Secci, il giovane scomparso dalla sua casa il 25 luglio scorso, era stato avvistato.

L'intento era procurargli qualcosa da mangiare, appurato che ormai viveva all'addiaccio, coprendosi con un telo di plastica la notte e nutrendosi di qualche frutto preso dagli alberi di giorno.

L'altro ieri, dopo mesi di ricerche, è stato intravisto proprio lì da un pastore, amico del padre del giovane, 35 anni, una laurea in Economia e Finanza e il desiderio di un futuro adeguato, che però è presto tramontato per la mancanza di un lavoro.

Da lì il declino di Michele: "Usciva dalla sua stanza solo pochi minuti per mangiare", hanno raccontato i genitori a "Chi l'ha visto" nelle scorse settimane, durante le inutili ricerche del loro figlio. Chiuso nella propria camera, unico contatto col mondo il proprio pc, che ha meticolosamente ripulito dell'hard disk prima di prendere il volo e far perdere le proprie tracce. Questa era la sua vita da quando era tornato da alcune esperienze di lavoro all'estero.

L'altro ieri l'avvistamento, subito naufragato perché Michele si è dileguato tra i folti cespugli delle campagne intorno a Baunei, lasciando dietro di sé tracce del proprio passaggio. Le speranze di ritrovarlo "vivo" si sono immediatamente riaccese e così i genitori hanno deciso di lasciare del cibo disseminato nella zona in cui erano certi si fosse rifugiato in questi 90 giorni. "Se avesse fame, almeno troverebbe un po’ di cibo", hanno spiegato ai microfoni di Giuseppe Pizzo, inviato di "Chi l’ha visto?", in un servizio andato in onda mercoledì scorso, dopo settimane, fino al giorno dell’avvistamento il 13 ottobre, di ricerche con la troupe di Rai3. Poi il ritrovamento.

Un lieto epilogo che però lascia l’amaro in bocca e fa riflettere sulla situazione di disagio dei tanti giovani che, come Michele, si trovano a fare i conti con una realtà che offre loro zero opportunità.

LA FINE DI UN INCUBO - Sono trascorsi quasi tre mesi dalla scomparsa di Michele fino a quando, nelle montagne a quattro chilometri da Santa Maria Navarrese – dove la famiglia si era trasferita in una seconda casa – un pastore, Mario (amico del padre del ragazzo), trova il giovane nel proprio ovile, seduto su alcune balle di fieno.

È il 13 ottobre.

L’uomo capisce subito di trovarsi davanti a Michele, anche se il ragazzo non risponde e cerca di nascondere il viso sotto una cuffia.

Mario avvisa subito l'amico Pietro, il padre disperato che si precipita ma non lo trova: Michele si è di nuovo dileguato. Riesce però a intravederlo a distanza, ne intuisce la presenza e finalmente ne è certo: il figlio è passato di lì; c'è ancora il telo di plastica che probabilmente ha utilizzato per ripararsi la notte, una cassetta con della frutta e una bottiglia d’acqua.

I giorni passano, continuano gli appostamenti senza esito. Un barlume di speranza c'è ancora, Michele è vivo e ora men che meno i genitori si arrendono. Decidono di tornare a Baunei, nella casa rimasta chiusa dalla scomparsa del loro figlio, e lì, seguiti dalla troupe di "Chi l’ha visto?" lo trovano.

Il ritrovamento del 35enne (Foto frame Chi l'ha visto?)
Il ritrovamento del 35enne (Foto frame Chi l'ha visto?)
Il ritrovamento del 35enne (Foto frame Chi l'ha visto?)

Michele è disorientato, confuso, smagrito ed emaciato. Fa un po' di resistenza portandosi la mano al volto per sfuggire alle luci della telecamera, poi si lascia andare sul divano.

L'incubo è finito. Ma resta una domanda, che l'inviato Rai pone a tutti: "Come sta secondo voi Michele? Un giovane che si è laureato in Economia e Finanza e non ha trovato lavoro e a 35 anni vive ancora con i genitori?".

E come può stare?

La speranza è che qualcuno, la Politica prima di tutto, risponda. A Michele e alle migliaia di giovani che come lui cercano un futuro che spesso non c'è.

(Unioneonline)
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