L'amore può attendere. Può perfino resistere alle regole di una pandemia senza cuore. Può costringere a capire cosa siano i concetti di distanza fisica e solitudine.

Le coppie si sono dovute adeguare ai tempi, confidando nella tecnologia per alleviare il distacco. Queste sono le storie di due coppie ogliastrine separate dal coronavirus.

Così vicini

Dodici chilometri appena dividono Raffaela Deiana, 24 anni, di Tertenia dal suo fidanzato e coetaneo Mattia Vargiu, elettricista di Jerzu. Insieme da quattro anni, distanti per la prima volta. Erano abituati a vedersi tutti i giorni, ora sono di fronte a una realtà che non avrebbero potuto, neanche prevedere. Il tempo è scandito dalle lancette dei decreti, ogni volta è un batticuore. «Io e Mattia abbiamo affrontato nell'ultimo anno dei momenti difficili, ma sempre insieme, da un giorno all'altro mi sono ritrovata sola, senza di lui». Parola di Raffaela, che accudisce amorevolmente la sua famiglia. I primi giorni sono stati difficili, ma dall'emergenza la coppia ha tratto nuova forza. «Abbiamo iniziato a usare le videochiamate e ci siamo inviati dei regali con il corriere», prosegue sorridente Raffaela. «Questo momento storico ci ha dato la possibilità di riflettere su noi stessi, abbiamo capito il valore delle piccole cose, quelle che prima erano normalità». Andare a fare la spesa insieme e tenersi per mano avranno il sapore dei primi appuntamenti. Parlare, non lasciare niente di non detto. Questo è quello che i fidanzati hanno capito e di cui faranno tesoro per il futuro. «Mattia è il mio pilastro, è la mia famiglia anche se non portiamo un anello al dito». La pandemia? «Ci ha unito ancora di più, sarà una cosa che racconteremo a figli e nipoti».

Chilometri d'amore

Cuori fragili e più forti. Come quelli di Francesca Mameli, 24 anni di Tertenia, e Cristiano Muceli, 22 anni, militare di Perdasdefogu. Travolti dagli eventi vivono le restrizioni in storia che in fatto di distanze ha già tanti chilometri di rodaggio. Francesca, infatti, dopo la laurea triennale si è trasferita a Padova. Iscritta a psicologia clinica, è tornata in Sardegna dopo la sessione invernale, poco prima che il coronavirus diventasse emergenza. «Le coppie solide resistono anche alla distanza», dice Francesca, fidanzata col suo Cristiano da quattro anni e mezzo. Nella normalità i fidanzati convivono bene con la distanza, che viene colmata anche solo con l'acquisto di un biglietto aereo. «La situazione è difficile, quando sto a Padova sono consapevole della lontananza, sapere che ora siamo vicini ma non ci possiamo vedere è più pesante», spiega la futura psicologa. «La pandemia aiuta a riflettere sulla relazione, ci si fortifica, può spaventare, ma anche se il fidanzato non è fisicamente vicino si può stare bene anche a distanza». A casa si ha più tempo per mandarsi messaggi e sentirsi più spesso, l'attesa è un bilancio tra la speranza e la voglia di rivedersi al più presto. A soli venti minuti da Tertenia, l'uovo di cioccolata attende ancora Francesca, che le feste pasquali le ha passate in casa, come Raffaela lontano da amici, familiari e dal partner.

I giovani si riabbracceranno, in questa strana primavera fatta di divieti, di paure ma anche di grande coraggio. Avranno i capelli più lunghi ma il sorriso dell'amore che tutto riporterà alla normalità.

Francesca Lai

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