Conferma integrale della condanna di primo grado: restano intatti i 30 anni inflitti all’88enne Peppuccio Doa per il duplice omicidio dei fratelli Andrea e Roberto Caddori di Arzana, uccisi nel 2016 quando avevano 43 e 46 anni.

Così ha stabilito la Corte d’assise d’appello di Cagliari, che ha accolto la richiesta avanzata dalla pg Maria Grazia Genoese e dall’avvocato di parte civile Paolo Demuro.

Il delitto, quattro colpi di pistola esplosi al termine di un litigio, era maturato per questioni di eredità. L’imputato, difeso dagli avvocati Herika Dessì e Pierluigi Concas, era convinto che la sorella maggiore Maria lo avesse escluso dall’eredità intestando i beni della famiglia alla donna che la assisteva in casa, madre dei Caddori, e dopo precedenti discussioni era andato assieme alla moglie in quell’abitazione.

Era insorta una diatriba durante la quale aveva sparato per due volte verso l’alto per poi uccidere i due fratelli accorsi nella casa. 

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