Sono due i testamenti ritrovati nella casa dei delitti ad Arzana. Due come il numero delle persone candidate a raccogliere l'eredità immobiliare di Maria Doa, 91 anni, sorella di Peppuccio (82), l'uomo che il 10 agosto ha ucciso i fratelli Roberto (46) e Andrea Caddori (43) con quattro colpi di pistola.

L'anziana donna ha scritto di suo pugno, lo scorso giugno, i due testamenti che esprimono concetti chiari. Nel primo Maria Doa ha dichiarato: «Lascio tutti i miei beni a Giuseppe Doa».

Nell'altra versione cambia il destinatario: «Lascio i miei beni a Franca Ferrai», sua cognata (sorella del marito defunto Pietro) e madre delle due vittime e di Bruna, la donna di 47 anni che l'ha assistita negli ultimi tempi.

Probabilmente Maria Doa non aveva ancora le idee chiare su chi nominare come unico beneficiario dei suoi beni, tra cui la palazzina verde di via Brigata Sassari, via principale del paese dove si è consumata la tragedia, e ha deciso di scriverne due.

La probabile chiave di lettura, secondo gli inquirenti, è che un certificato l'avrebbe voluto custodire in fondo al cassetto e l'altro sarebbe finito nella spazzatura. Evidentemente in base ai meriti di una o dell'altra parte.
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