Perse il figlio nel terremoto di Amatrice: «Ancora niente risarcimento», il nuorese Mario Sanna in sciopero della fame da 17 giorni
«I proprietari delle case vengono risarciti. Noi eravamo in affitto ma abbiamo perso un figlio, per noi non è previsto nulla. Un paradosso»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Continua a oltranza lo sciopero della fame del nuorese Mario Sanna, padre di Filippo, morto a 22 anni nel terremoto di Amatrice.
Sanna è arrivato al 17esimo giorno di protesta contro lo Stato che non ha ancora istituito un fondo di supporto alle famiglie delle vittime di grandi catastrofi.
«È paradossale - spiega - i proprietari delle abitazioni distrutte stanno ricevendo i risarcimenti. Noi eravamo in affitto ma per le famiglie delle vittime non è stato previsto nulla».
La famiglia Sanna ora vive a Rieti: «Aspettiamo, ho incontrato a Roma il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, ha assicurato di aver inoltrato tutti i documenti. E noi aspettiamo, ma in questi anni ci hanno detto di tutto. Ci hanno parlato di problemi burocratici, di fondi che non possono essere messi a disposizione».
A supportare la sua battaglia c’è anche il sindaco di Nuoro Andrea Soddu. «Noi siamo quelli che hanno subito i danni maggiori dal terremoto ma non abbiamo risposte. Continuiamo a lottare così», incalza Sanna, che ricorda come la battaglia riguardi tante persone, visto che sono 299 le vittime di Amatrice.
Stanco? «Più psicologicamente che fisicamente», conclude Sanna. Oggi è partito l’invio di mail a Giorgia Meloni, c’è anche una petizione online su Change.org. E Sanna ricorda anche i due precedenti che dovrebbero rendere facile normale un fondo per le vittime: «Le disposizioni in favore delle vittime di Viareggio e Rigopiano».
(Unioneonline/L)