A Orgosolo, il vento della tensione soffia ancora forte. Dopo le scritte nella chiesetta di San Marco a Montes, indirizzate a Barbara Denti, funzionaria di Forestas e direttrice del complesso forestale del Supramonte - Gennargentu e dopo il raid incendiario che ha coinvolto i mezzi per la raccolta differenziata nella zona industriale, ora le minacce di morte apparse sui muri del paese sono rivolte al sindaco Pasquale Mereu. 

Il primo cittadino però, con fermezza e pacatezza, risponde senza cedere alla paura: «Io sono sempre disponibile al dialogo. È chiaro che qualcuno non ha gradito nei giorni scorsi la nostra presa di posizione contro questi gesti violenti».

Dietro intimidazioni e minacce potrebbe celarsi il malcontento anche per le scelte amministrative, il sindaco però non arretra: «Se queste scritte sono legate ad attività dell’amministrazione che non sono state comprese, mi dispiace. Io sono sempre qui, con la porta aperta anche fuori orario, pronto a confrontarmi e a dialogare e questo i miei compaesani lo sanno».

Orgosolo, paese dai mille volti e dai singolari murales che raccontano storie di lotta e di resistenza, oggi si trova dunque a fare i conti con un altro capitolo difficile della sua storia. Ma Mereu non accetta il linguaggio dell’odio: «Mi rattrista che si scelga di scrivere in maniera anonima sui muri anziché venire a parlare. Si rovina l’immagine del paese e si usa un metodo che non porta a nulla. Le critiche sono benvenute, ma devono essere costruttive, per il bene della comunità».

Un messaggio, quello di Mereu, che non lascia dubbi: «La politica non si fa con le minacce, ma con il confronto». E a Orgosolo, chi vuole parlare, sa dove trovarlo.

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