Non proprio contro le cremazioni. Ma il vescovo della Diocesi di Nuoro e Lanusei detta le condizioni per chi non vuole essere seppellito, secondo il rigoroso rito cattolico, e preferisce essere trasformato in cenere: la messa non sarà per tutti. 

Monsignor Antonio Mura ha emesso un decreto all’inizio del mese. Sulla base del diritto canonico si ribadisce che “nel caso in cui sia stata scelta la cremazione del corpo, affinché si possano celebrare le esequie cristiane, è necessario che tale scelta non sia stata fatta per ragioni contrarie alla fede cristiana”.

Non solo: le ceneri devono essere “conservate nel cimitero o altro luogo sacro. Non è consentita: la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica, la loro divisione tra familiari o altre persone, la dispersione in terra, acqua, aria o la conversione in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”. 

Per chi sceglie la dispersione in natura “si devono negare le esequie”. E non potranno nemmeno essere celebrate messe in ricordo. 

Il Monsignore inoltre sottolinea che “spetta al Vescovo diocesano esprimere il giudizio sulla celebrazione delle esequie dopo la cremazione, alla presenza dell’urna con le ceneri”. E anche in questo caso sono imposte numerose condizioni. 

Il provvedimento è stato adottato perché “la Chiesa, nel ricordo della Morte, Sepoltura e Risurrezione del Signore, seguendo l’antichissima tradizione cristiana, raccomanda insistentemente che i corpi dei fedeli defunti siano seppelliti nel cimitero o in altro luogo sacro”. 

Quindi “la sempre più diffusa pratica della cremazione dei corpi – con le varie situazioni che si presentano -, richiede di essere accompagnata da un’opportuna catechesi e dalle indicazioni di carattere pastorale e liturgico”. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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